Una settimana in Finlandia per studiare il fact-checking
Il tema della lotta alle fake news e alla disinformazione è diventato sempre più centrale nella professione giornalistica, per cui è importante costruire una cultura che smascheri le notizie false o “quasi” vere.
La Finlandia è il primo Paese in Europa ad essersi posto il problema della lotta alle notizie false. Lo ha fatto a cominciare dal dopoguerra e ancor più significativamente dal 2000, quando cioè l’uso diffuso di internet ha incentivato la diffusione di notizie non verificate in modo massiccio e incontrollato.
La vicinanza alla Russia, con le sue ire espansionistiche, ha costituito una minaccia che ha orientato e tuttora orienta le scelte politiche della Finlandia. Un vicino ingombrante dal quale i finlandesi vogliono difendersi anche aumentando la conoscenza e l’informazione. Oggi il Paese vanta una vera e propria strategia nazionale di lotta alla disinformazione che viene studiato dagli esperti e dai giornalisti di tutto il mondo.
Dal 21 al 27 aprile un gruppo di 18 giornalisti ha partecipato ad una settimana di studio nel paese nordico proprio sul tema delle fake news organizzato dall’Ordine dei Giornalisti della Liguria nell’ambito del programma europeo Erasmus.
Tra di loro anche due giornalisti dell’Ordine della Toscana e due giornaliste dell’Ordine del Piemonte, quest’ultime in via sperimentale sono state chiamate a partecipare alla formazione con l’obiettivo di restituire un feedback dell’esperienza anche per verificare la sua eventuale replicabilità per l’ordine Piemontese.
La strategia finlandese si articola in un sistema composito, che parte da una strategia governativa, e si articola in programmi e attività sviluppate da scuole, università, associazioni, agenzie governative, giornalisti e aziende editoriali. Si comincia dunque dalla scuola dove la media literacy è un vero e proprio metodo di studio trasversale per arrivare a iniziative specifiche per l’alfabetizzazione digitale degli adulti.
Nella settimana di formazione internazionale dei giornalisti italiani si sono tenuti incontri al Ministero della Cultura, negli studi della Yle Tv, la tv di stato finlandese, all’European Centre of Excellence for Countering Hybrid Threats e da Mediapoli (dove è stato illustrata la lotta alla disinformazione nelle situazioni di emergenza). E poi ancora incontri all’Haaga-Helia University of Applied Sciences (per comprendere le metodologie di insegnamento della verifica delle fonti) e alla Otaniemi Upper secondary Schoool di Espoo.
Molto interessante l’incontro all’Union of Journalists Finland (che corrisponde all’ordine dei giornalisti e anche al suo sindacato) e in particolare con la giornalista Salla Nazarenko, responsabile affari internazionali dell’UFJ. Si è visitato il Merkki, The Media Museum and Archives recentemente riallestito.
Infine si sono svolti alcuni incontri in forma laboratoriale con Faktabaarri, un servizio di verifica dei fatti e di alfabetizzazione informatica digitale, in particolare con la fact-checker Pipsa Havula. Un’occasione anche per vivere e frequentare il fiore all’occhiello della città finlandese, la Oodi Library, una biblioteca avveniristica, uno spettacolare luogo di incontro dedicato non solo ai libri.
Grazie al percorso formativo all’estero, i partecipanti al ritorno sono chiamati a tenere e organizzare corsi per colleghi, studenti e altri gruppi di cittadini in Liguria. Le due giornaliste piemontesi, Ilaria Blangetti e Paola Molino, saranno chiamate a restituire quanto appreso in Finlandia anche sul territorio regionale attraverso corsi di formazione dedicati ai giornalisti.