Nuovo codice, occasione da non perdere per coinvolgere la società
Entro fine anno saranno riscritte le regole deontologiche della professione giornalistica
Sarà pronto entro la fine dell’anno il nuovo codice deontologico del giornalista, un testo indispensabile per aggiornare il ricco apparato normativo che regola la professione e che però, in molte sue parti, mostra l’inevitabile segno dei tempi.
Il codice, che ha superato il primo vaglio del Consiglio Nazionale e della Conferenza dei Presidenti, non appena approvato nella sua stesura definitiva, sarà sottoposto al confronto con il mondo delle associazioni nell’auspicio che si apra nel paese un’ampia discussione pubblica su ruolo e regole del sistema dell’informazione.
È quanto mi auguro anch’io e per quanto possibile lavorerò perché anche in Piemonte siano coinvolte in questo dibattito il maggior numero di realtà possibili. Come abbiamo ampiamente sperimentato nell’ultimo periodo, le regole dell’informazione non sono una questione di interesse esclusivo degli addetti ai lavori. Stabilire norme che regolino in maniera chiara i tempi della cronaca giudiziaria, regolare l’utilizzo dell’intelligenza artificiale, segnare il confine tra il diritto alla privacy e il diritto dei cittadini a conoscere fatti di pubblico rilievo – solo per citare alcuni degli argomenti più discussi – sono questioni che hanno a che vedere con la qualità stessa della democrazia.
Per parte mia, mi limito a una riflessione che mi è stata ispirata da un recente e prezioso incontro con i detenuti del polo universitario del carcere di Saluzzo. Tra i temi più sentiti dalla popolazione carceraria vi è naturalmente il diritto all’oblio, senza il quale nessun reinserimento sociale è davvero possibile per quelle persone che hanno saldato il loro debito con la giustizia. Un diritto che, al di là delle valutazioni che devono essere fatte per ogni caso, la tecnologia digitale ha reso difficilmente esigibile, anche per quei soggetti che hanno titolo a reclamarlo. Renderlo effettivo è però un dovere del legislatore e dev’essere un impegno per gli operatori dell’informazione, perché nessuna nuova tecnologia può far venir meno i valori etici e morali della professione.
Se i tempi saranno rispettati, il nuovo codice sarà comunque disponibile entro la pausa estiva per poi avviare il confronto pubblico a partire dall’autunno.
In un tempo nel quale si parla con insistenza del rischio che norme sempre più stringenti limitino il diritto di cronaca, la discussione sulle regole della professione assumerà un valore e un significato ancora più grande. I giornalisti sono i primi a sapere che non può esistere alcun diritto senza che questo conosca dei limiti e che il bilanciamento tra i poteri è la base della democrazia. La democrazia, proprio quel sistema di governo verso il quale parte del sistema politico nutre un’insofferenza crescente e che però rappresenta la sola garanzia di poter vivere in società libere.
Stefano Tallia, Presidente Ordine dei Giornalisti del Piemonte