Attestato ai Seniores: «La professione cambia ma non il rispetto dei valori e della deontologia»
Oggi, lunedì 9 dicembre, nel salone Toniolo di palazzo Ceriana Mayneri, a ricevere l’attestato dal presidente Stefano Tallia e dal vicepresidente Ezio Ercole sono stati in totale novanta colleghe e colleghi: 65 con quarant’anni di iscrizione all’Ordine, 23 con cinquanta, uno con sessanta e uno settanta.
Si è trattato di un momento nel quale si sono idealmente legate la memoria del giornalismo piemontese con il suo futuro. Nel pomeriggio infatti l’Ordine ha consegnato le tessere agli ultimi nuovi iscritti del 2024.
Per celebrare questo importante avevamo intervistato Enzo Baschera, pubblicista pensionato con 70 anni di iscrizione all’Ordine e Pietro Squillero, professionista pensionato con 60 anni di iscrizione all’Ordine, due esempi di come questo mestiere sia fatto di costante aggiornamento, ma soprattutto di passione, ma nel corso della celebrazione sono stati molti altri i momenti di gioia e commozione.
La mattinata dedicata ai seniores è stata infatti un’occasione per riflessione su come è cambiato il mestiere: «Senza radici solide – ha detto il presidente dell’Ordine Stefano Tallia – la pianta non può crescere e le radici sono la memoria. Molte cose – ha aggiunto – sono cambiate, cambiano e cambieranno ancora in futuro, ma c’è una cosa che resta immutata e sono i valori che ispirano la professione, le carte deontologiche, il rispetto».
Alle parole di Tallia sono seguire quelle del vicepresidente Ezio Ercole: «L’Ordine è una peculiarità italiana, un albo unico diviso in professionisti e pubblicisti, una bella unione, come due polmoni».
Un momento di commozione della mattinata è stato il minuto di raccoglimento dedicato a Paolo Griseri, alla presenza di sua moglie, Stefania Aloia: «Portava sempre la tessera da giornalista davanti, dove teneva tutto, era fiero e rispettoso dei valori che ci contraddistinguono».
Tra i premiati si sono alternate diverse storie e ricordi, dai 50 anni di Franco Bocca diviso tra Tuttosport e La Stampa nel racconto sportivo: «Non c’è stato – ha detto – un solo giorno in cui abbia pensato che non fosse stata una scelta giusta quella di fare il giornalista», ai 50 anni di Luigi La Spina, che ricorda: «Volevo fare il giornalista e bussavo alle porte dei giornali; ho iniziato alla Gazzetta del Popolo, era un giornale di grandi tradizioni, il direttore di allora mi disse: vieni, vedi se ti piace, prova, io ho provato e mi è piaciuto, lì ho imparato il mestiere ma soprattutto ho imparato che come giornalisti non cerchiamo la verità, ma la ricerca della verità».
Tra i premiati Damaride Moccia ricorda i suoi inizi come stenografa e la vittoria nel 1974 dei campionati mondiali di stenografia: «Poi iscrizione all’Ordine… e tra poco festeggio anche 50 anni di matrimonio». Per Guido Barosio, poi, è una festa nella festa: «40 anni di iscrizione e 35 anni di direzione di Torino Magazine, uno dei periodici più longevi nella stampa del territorio; spero di rappresentare per i ragazzi che iniziano un obiettivo. Il mio messaggio per i giovani è: inventatelo voi questo lavoro, perché il giornalismo cambia e voi potete contribuire al cambiamento».